Irene Giannaccini nata a Pietrasanta, approfondisce la sua formazione artistica diplomandosi all’Accademia di Belle Arti di Carrara nel corso di Scultura.
Lavora nel suo studio nel Centro storico di Carrara, a stretto contatto con artisti provenienti da tutto il mondo, partecipando a mostre in Italia, Francia e Norvegia.
Sperimenta l’uso di varie tecniche, da quelle antiche e tradizionali alle contemporanee.
Per le proprie sculture sceglie materiali quali il marmo, il legno, il bronzo, la terra cotta, le resine; sentendo l’esigenza di impiegare medium diversi in base alla valenza che si vuole dare all’opera e soprattutto per meglio rendere il concetto che si vuole esprimere.
Rappresenta la donna, o meglio una parte di essa attraverso un frammento, un detrito, in un certo senso la “svuota”, la blocca nella rappresentazione del proprio corpo, come se esso fosse rotto, fatto a pezzi.
Racconta la donna ispirandosi ai testi di filosofe e scrittrici come “Il secondo sesso” di Simone de Beavoir o “La donna intera” di Germaine Greer: arrivando a sentire l‘esigenza di comunicare di condividere di volerli riscrivere, incidere e stampare su alcune sculture.